Oggi, 29 agosto 2014, debutta ufficialmente la nuova piattaforma Intel basata su socket LGA 2011-3, CPU con architettura Haswell-E e chipset X99. In questo articolo vi daremo un assaggio di ciò che ci aspettiamo, nell'attesa (breve) di poter mettere sotto torchio questi nuovi processori.
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Da tempo aspettavamo un aggiornamento consistente della piattaforma Enthusiast di Intel; insomma, volevamo qualche buon motivo per renderla davvero appetibile all’utente Enthusiast, di fronte alle ottime piattaforme di fascia media su socket LGA 115x. Diciamolo pure, negli ultimi 3 anni, la sola CPU LGA 2011 che ha meritato l’interesse degli utenti è stato l’esacore Core i7-3930K, con architettura Sandy-Bridge-E e basato su processo produttivo a 32nm. L’aggiornamento ad Ivy Bridge-E non ha riscosso molto successo specialmente di fronte all’ottima efficienza dell’architettura Haswell, seppur limitata a 4 core su LGA 1150.
La corsa al multicore, che agli esordi dei primi dual-core e quad-core sembrava portarci a CPU con decine di core nel giro di pochi anni, si è presto arrestata di fronte ad evidenti limiti architetturali. Perché ci è voluto tanto per raggiungere questi tanto agognati 8 core da parte di Intel nel settore Desktop? AMD ha realizzato da tempo i suoi octacore, ma sin dal debutto sono stati considerati un vero flop.
Le difficoltà non sono da imputarsi soltanto alla complessità di integrare 8 core nel chip di silicio. Già in Sandy Bridge-E avevamo visto un die con 8-core, di cui 2 disabilitati. La limitazione è più che altro architetturale, dovuta in primis alla difficoltà di far accedere contemporaneamente tutti i core alla cache condivisa L3. Il token ring è stata un’ottima invenzione da parte di Intel per limitare questo problema, ma al crescere del numero di core aumenta per forza di cose la latenza di accesso. Di fatto, si rischia di penalizzare anche le prestazioni in single threading. L’aumento di prestazioni all’aumentare del numero dei core è pertanto tutt’altro che lineare. Aggiungere due core ad una CPU ha un costo evidente in termini di occupazione di silicio e di consumi, con benefici meno evidenti in termini prestazionali. Sulla carta aggiungere due core equivale a +33% in termini prestazionali, ovviamente a parità di frequenza. All’atto pratico, vuoi per limitazioni termiche e di consumi, vuoi per le limitazioni architetturali precedentemente menzionate, vuoi per la scarsa ottimizzazione del software, il guadagno è ben più contenuto.
Al debutto di Haswell-E, troviamo un octa-core e due esa-core. L’octa-core rappresenta ovviamente la versione Extreme Edition, quella con il classico target di prezzo dei 1000$, o 1000€. Il surplus rispetto all'esa-core entry level sarà di circa 600€, quasi il 200% in più a fronte di un incremento prestazionale intorno al 33%. Sembrerebbe follia, eppure acquistare un Extreme Edition, ha molto più senso quest’anno che in occasione dei 3960X / 4960X, quando le controparti 3930K / 4930K, andavano tanto quanto le CPU top di gamma. Al solito, il prezzo da pagare per avere il top presente in commercio è sempre molto salato. E se vi sembra una follia spendere più del doppio per la CPU top di gamma, non è per colpa delle prestazioni scarse del 5960X (tutt'altro!), ma è sicuramente merito dell'ottimo prezzo a cui Intel vi sta offrendo la sua CPU esa-core entry-level, il 5820K, mai un esa-core Intel fu tanto economico!
Eccoci quindi al day-one per scoprire tutte le caratteristiche di queste CPU, che purtroppo non sviscereremo fino in fondo, visto che ahimé l’Italia è sempre l’ultima ruota del carro e, per quanto ci riguarda, siamo di fronte ad un “paper launch”. Vediamo insieme in questo articolo quali sono le novità per le CPU Haswell-E, quali per il chipset X99 (che delusione!) e quali per le nuove RAM DDR4.
Faremo anche qualche illazione sulle prestazioni, basandoci su alcuni test già emersi online e comparandoli con il nostro database di test.
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